“Guardate dal finestrino dell’altro: cercate di vedere il mondo come lo vede il vostro paziente”
Ho trovato questo libro quasi per caso, l’anno scorso, e mentre lo leggevo continuavo a ripetermi “finalmente!”. Era quello che andavo cercando in quel momento: un libro che raccontasse l’esperienza profondissima di essere in una relazione terapeutica autentica, e che ne parlasse sia dal punto di vista del terapeuta che da quello del paziente. Non un manuale di tecniche di colloquio (che vengono sempre messe in pratica all’interno di una relazione unica, tra due persone che collaborano alla risoluzione di un problema in modo unico e personalizzato), ma un testo che potesse raggiungere direttamente il cuore dell’esistenza, i significati di cui è intessuta la vita di ognuno. Un terapeuta, una persona, che accoglie con umiltà e rispetto il dolore e la sofferenza di chi incontra nella stanza della terapia e che ne promuove il cambiamento attraverso un contatto umano onesto e intimo, focalizzato in larga parte sul qui-e-ora.
Qui e ora, infatti, è dove le cose accadono, influenzate più dal futuro che dal passato remoto, da quello che ancora non è ma che pian piano comincia a prendere forma.
Pur abbracciando due approcci teorici diversi, mi sono ritrovata moltissimo nel modo in cui l’autore concepisce la terapia: un luogo dove rimuovere gli ostacoli alla propria realizzazione, aiutando la persona a ritrovare il proprio sentiero e a rimettersi in movimento, in alcuni casi tornando a vivere. Uno spazio in cui la comprensione e il superamento delle proprie difficoltà passa necessariamente attraverso una relazione intima, vera, tra due persone impegnate a scoprire il senso di ciò che sta accadendo, ognuna con il proprio bagaglio di competenze (il terapeuta esperto di una metodologia e dei modi per esplorare i vissuti, il paziente esperto di se stesso e del proprio modo di vedere le cose). Una stanza, quella della terapia, dove il sintomo o la difficoltà iniziale può pian piano trasformarsi in un’occasione di maggiore conoscenza di se stessi, e di se stessi in relazione.
Il libro si rivolge soprattutto ai terapeuti, ma dal mio punto di vista può essere utile anche ai pazienti o a chi sta pensando di iniziare un percorso terapeutico. Infatti attraverso una narrazione coinvolgente, suddivisa in agili capitoli tematici, risponde alle domande che più frequentemente mi sono state poste nei primi colloqui: cos’è la psicoterapia? Cosa fa un terapeuta? Come accade che “soltanto” parlando è possibile cominciare a sentirsi meglio?
Visualizza la scheda de Il dono della terapia su Amazon.