Piangere non è mica così semplice.
Per qualcuno è segno di debolezza: “non piangere, su”, ci dicevano da piccoli, quando ci si sbucciava un ginocchio o si litigava con un amichetto. “Non piangere, su” continua a dirsi qualcuno da grande, come se bastasse trattenere le lacrime per spazzare via la tristezza. Come se mostrare un’emozione di questo genere fosse proprio una cosa da non fare, come se bastasse a renderci vulnerabili, e come se mostrarci vulnerabili fosse qualcosa di terribile.
Ci sono persone che quando piangono si scusano, altri che quando parlano dei loro problemi non piangono mai, ma è come se lo facessero con gli occhi, e solo a guardarli le lacrime cominciano ad appannare la vista anche a te che stai percependo quanto ti vorrebbero dire ma ancora non possono.
E poi c’è chi-piangere-mai, chi apparentemente non si lascia scalfire da nulla, chi magari il pianto fa anche fatica a capirlo e piuttosto, quando è triste, si arrabbia o si svuota.
Piangere è anche facilissimo.
Perché magari si è accumulato troppo dolore, da alcuni anni a questa parte o da una vita intera, e le lacrime uscendo sembrano spazzarlo via almeno un po’. Perché per qualcuno può essere l’unico modo in cui è possibile chiedere aiuto, o di potersi dire “ora basta, ho bisogno di aiuto”. Perché, finché non riusciamo a trovare le parole per dire tutta la sofferenza che abbiamo dentro, può essere la via attraverso cui emerge quello che ancora non abbiamo capito di noi.
A volte si ha paura che, una volta iniziato a piangere, non si smetterà più e forse questo è il rischio di un pianto che non trova ascolto, che non viene accolto e abbracciato mai davvero. Piangere è l’espressione di qualcosa che accade dentro di sé, ma assume senso solo all’interno di una relazione – pensiamo al pianto del neonato e a come viene trasformato, pian piano, dalla vicinanza di una mamma che cerca di comprenderne il significato e le sfumature.
Anche da grandi, talvolta, si ha bisogno di sentire questo sguardo su di sé.
Ah, non sono mica solo le donne a piangere, o gli uomini a far fatica…